25 Aprile 2024

Il Paese del “morto io, morti tutti.”

Carissimi lettori di latusanniae.com, ben ritrovati nel ventre della nostra “tana virtuale”, un sito nel quale proponiamo le nostre idee, visioni, opinioni ed iniziative.
Essendo noi una lista civica autonoma, ci muoviamo ed operiamo in ambito locale come logico che sia, ma spesso ciò che facciamo e diciamo, è applicabile anche altrove…alla fine dei conti, l’Italia è piena zeppa di tante Latisana.

Venerdì 30 Novembre una nostra nutrita delegazione si è recata al CentroPolifunzionale di Via Goldoni per assistere alla presentazione di un libro, con annesso dibattito condotto da tre relatori: il Dott. Stefano Pustetto (già Consigliere Regionale prima di maggioranza e poi in gruppo misto durante l’Amministrazione Serracchiani), l’Avv. Francesco Carraro ed il patrocinatore stragiudiziale Massimo Quezel.

Questi ultimi, oltre le proprie professioni, sono diventati nel tempo due affermati scrittori (anche del libro in questione) giunti alla seconda pubblicazione sempre inerente al concetto di “Sanità-business”.
Non entriamo nel merito del testo né dei temi trattati in esso, sicuramente è un tomo interessante e digeribile, spiegato in termini profani anche a chi non mastica un linguaggio settoriale.
Prendiamo piuttosto spunto dalla relazione minuziosa e confortata da molti dati ufficiali e fonti autorevoli, proposta al pubblico dal Dott. Pustetto.

Mezzora intensa, durante la quale ha saputo descrivere la situazione attuale della Sanità in Regione FVG, in Italia e nel Mondo con estrema semplicità arrivando efficacemente alle orecchie di tutti.
Il Dott. Pustetto ha parlato di come le Aziende Ospedaliere siano diventate tali, ed ha pronosticato una sorta di catastrofe finanziaria per la nostra Sanità nell’arco di una dozzina di anni…e non per una sua visione fatalista, ma sempre supportato da studi di esperti del settore e dati che provengono dall’Istituto Superiore della Sanità e dalla “Bocconi” di Milano.

Ciò che ci preme approfondire è una frase udita dopo questa dettagliata disamina, quando ad evento concluso si sono formati i soliti gruppetti con vari scambi di opinioni e dialoghi impossibili da intavolare prima, durante la parte dedicata ai relatori.
Se è vero che gli Ospedali si auto-assicurano andando verso un baratro tra 10 anni quando perderanno all’ultimo grado di giudizio alcune delle cause pendenti, e se è vero come è vero che le cause che più si trascinano nel tempo sono anche quelle più onerose, per quale motivo i vertici delle Aziende Sanitarie e le varie Giunte Regionali che si alternano, hanno permesso tutto ciò?

Se è vero che entro un decennio potrebbe scoppiare una bolla da 80-100 Milioni di Euro da pagare a chi ha subito un danno accertato e sancito dalla Magistratura, se è tutto vero quanto abbiamo sentito quella sera al Polifunzionale e lo sanno i relatori, siamo certo che lo sappiano anche gli addetti ai lavori…perché non interviene nessuno per invertire la rotta prima di giungere ad uno stato di irreversibilità del problema?

Ed ecco che udiamo una frase, detta da uno degli spettatori, la quale probabilmente cala il sipario su ogni discussione…
“Ma lo sai quanto durano i mandati di dirigenti e politici? Pensi che interessi a tutti cosa succederà tra 10-15 anni quando al loro posto ci saranno altri?”(*)
Grave, gravissimo, ma tristemente realistico.

Viviamo nel Paese del “morto io, morti tutti”, dove la nonna una volta rimasta vedova, chiama qualcuno che le tagli tutti gli alberi da frutto nel campo perché non ha più né la voglia né l’età per curarsene.
non le interessa se ai figli ed ai nipoti sarebbe piaciuto continuare a mangiare quella frutta e portare avanti una tradizione di famiglia, morta lei, morti tutti.
Come il politico che non avvia alcun progetto a lungo termine verso la fine del proprio mandato, perché non sa se verrà rieletto e non vuole dare meriti ai suoi successori.
Chi se ne frega della collettività, chi se ne frega del bene pubblico, l’importante è che se vincono gli altri debbano trovare briciole e carcasse, obbligandoli a ripartire da zero.

Come il genitore che non vota pensando alle conseguenze le quali ricadranno sulla generazione dei suoi figli, bensì sceglie ciò che ora è giusto secondo lui, secondo i suoi gusti e “bisogni” (irreali) del momento.
Come l’azienda che scarica gli scarti della lavorazione nell’ambiente, come il cittadino che abbandona l’eternit nei campi, come quelle Giunte Comunali che fanno costruire catapecchie le quali durano 20 anni al massimo, purché siano fatte di corsa così la gente vede che qualcosa è stato fatto, anche se sono edifici che necessiteranno di mille rattoppi…cosa importa, ci penseranno quelli che ora hanno 30 anni.

Signore e Signori, siate tutti i benvenuti in Italia, il Paese privo di lungimiranza, privo di visione di insieme, dove l’importante è assecondare un prurito del momento senza guardare ai danni immani che vengono prodotti per chi vivrà qui e per chi amministrerà i vari territori.
Fino a che non cominceremo a guardare oltre la scadenza delle nostre esistenze, sarà inutile riempirsi la bocca di fronfrogne pseudo-nazional-patriottiche, poiché chi non ragiona per il benessere del domani sta tradendo i suoi figli, il suo stesso sangue.E chi non pensa al domani dei propri figli, come può nutrire un sentimento positivo e costruttivo verso una nazione che dice tanto di amare?

Non voglio affermare che ogni politico oppure ogni dirigente ragioni così, anzi per fortuna esistono tantissimi amministratori illuminati e capaci, anche qui nella nostra Regione, ma già il fatto che possa essercene anche uno solo in circolazione, mette a rischio l’intero sistema.

Purtroppo però, un test sullo spessore etico non esiste, e quindi ci appelliamo sempre al buon senso di chi governa le nostre vite, sperando che i numeri catastrofici proposti alla platea Venerdì sera, siano soltanto proiezioni di una situazione che non verrà a crearsi in un futuro non così lontano

Quanto scritto non è stato ispirato da uno o più soggetti in particolare, ai vertici delle nostre Aziende Sanitarie o dell’area politica della nostra Regione…è un pensiero generico, figlio di un legittimo avvilimento nato dalla frase in grassetto scritta poche righe fa (*).

Gianluca Galasso

Ruolo: CAPOGRUPPO CONSILIARE DI LATUS ANNIAE
Cresciuto a pane e politica nel nucleo famigliare di origine, fin da giovane mi sono impegnato nel sociale elargendo parte del mio tempo libero al volontariato ed a iniziative benefiche. Cinque anni in un gruppo privato di Protezione Civile, dodici mesi in Aeronautica Militare, svariati mestieri ed esperienze personali, fanno di me l'uomo che sono oggi. Ottengo a Maggio 2003 il Diploma in Vigilanza armata, qualifica professionale rilasciata dal Ministero della Difesa. Orgogliosamente operaio e ghostwriter, marito e padre di famiglia, fondo Latus Anniae a fine Marzo 2016 e tuttora la coordino, con l'intento di garantire il mio apporto civico e sociale alla comunità della quale faccio parte e che amo, tramite un gruppo apartitico e totalmente autofinanziato, composto da persone corrette e competenti delle quali vado fiero. Candidato Sindaco nel 2021, dopo aver ottenuto il 7,56% delle preferenze sono diventato il Capogruppo consiliare di Latus Anniae in minoranza, ruolo al quale si aggiungono le nomine in Commissione Statuto e nella Commissione Elettorale del Comune di Latisana. Nel 2023 partecipo alle Elezioni Regionali in FVG come candidato nella circoscrizione di Udine nella lista di riferimento del candidato Presidente Massimo Moretuzzo, ovvero "Patto per l'Autonomia - Civica FVG".

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